Scoprendo Milano con gli occhi dei milanesi

 Milano, Piazza Gae Aulenti, in una gelida mattina di febbraio.

 Di fresco ritorno da un suggestivo trek invernale sulle sponde del Ticino (ma questa è tutta un’altra storia), sono seduto al caldo in un elegante caffè/libreria del nuovo, strepitoso, avanguardistico complesso direzionale appena inaugurato in pieno centro. Con me, davanti a due bei cappuccini fumanti, Francesca Taioli, la dinamica blogger fondatrice di Patatofriendly, affermato blog di riferimento delle mamme in viaggio, al quale collaboro anch’io con reportages sulle mie avventure di viaggio familiari.

 Francesca, che  ha assai gentilmente accettato di incontrarmi in questo per lei scomodo orario di metà mattinata, affrontando il gelo e le carrozze della Trenord per raggiungermi da Osnago in Brianza dove oggi vive, presto scapperà via per uno dei suoi tanti altri impegni di lavoro, ma per ora sembra contenta di godersi il calduccio, la bevanda e due chiacchiere rilassate in compagnia. Mi parla di Architectural Design (quello dell’area urbanistica in cui ci troviamo), di Travel Blogging (in particolare del mio prossimo impegno, che dovrò affrontare proprio in qualità di inviato speciale del suo portale a Vico del Gargano in Puglia) e di Information Technology (materia che, a differenza di me, lei maneggia con incredibile disinvoltura, fino a suggerirmi le possibili future prospettive occupazionali di mio figlio oggi sedicenne). Il tempo vola rapido tra interessanti scambi di informazioni ed ambiziosi progetti a confronto, e così, dopo qualche selfie in velocità, la riaccompagno in stazione mentre volano nell’aria i primi fiocchi di neve, spiritosamente commentati dalle note delle canzoncine natalizie che gli edifici intelligenti che ci circondano diffondono nell’aria, come se fossimo un passo avanti nel futuro, e per davvero lo siamo. Sul predellino del vagone, mentre il capostazione già fischia la partenza, trova finanche il tempo di girarmi i links di qualche dritta per il prosieguo della mia giornata: la casa di Alessandro Manzoni e la chiesa di San Maurizio, con tutti i dettagli da consultare sul web come si conviene.

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 Ed eccomi di nuovo in Piazza Aulenti, dove, sotto la bellissima e stilosissima  fontana – anzi, per meglio dire, all’interno di essa, visto che il livello dell’acqua è sapientemente intercalato da vialetti lastricati – già mi aspetta Gianluca Preti. Difficile immaginare un profilo apparentemente più distante da quello della Taioli… tanto per incominciare Preti è uno YouTuber anziché un blogger, un uomo compassato e tendenzialmente taciturno che dà l’impressione di preferire esprimersi più attraverso le immagini della sua videocamera che non a parole. Andatevi  a cercare gli splendidi episodi video nei quali si articola il suo apprezzato canale on line “Milano misteriosa” e capirete cosa voglio dire.

 Perché Gianluca è uno storico di Milano, uno dei più anticonvenzionali certo, ma proprio per questo dei più originali ed interessanti. Con lui ci infiliamo nella metro e partiamo subito in direzione zona Duomo, all’esplorazione di qualcuno dei luoghi più nascosti ed inediti nel cuore della città vecchia, con prima tappa… la casa di Alessandro Manzoni! Eh già, proprio quella segnalata pochi minuti prima da Francesca: sto scoprendo che i miei amici, pur perfettamente sconosciuti l’uno all’altro, sembrano magicamente muoversi in singolare sintonia, guidandomi in una sorta di inedito tour personalizzato che si snoda naturalmente e senza bisogno alcuno di accordo tra di loro, ed io incomincio a pensare che questo sia un altro dei piacevoli misteri di Milano… la casa di Manzoni la troviamo chiusa per lavori, ma ci rifacciamo subito dirigendoci alla strabiliante chiesa di San Bernardino alle Ossa, che contiene, in una sala a parte, inquietanti simulacri fatti di migliaia di teschi di vittime della peste, maniacalmente posizionati  a comporre eleganti quanto macabri mosaici e fregi alle pareti.

 Nel frattempo, ad ulteriore conferma della mia sensazione di una vera magìa di intenti che governa questa sorprendente giornata, mi ha contattato e ci ha velocemente raggiunto Elena Colombo, altra milanese doc presente sul web con il suo sofisticato blog Metropolis Folder, che di Milano invece racconta, con stile impeccabile ed una sapiente dose di umorismo ed autoironia, le variegate atmosfere urbane e le mille, mutevoli  attualità (oltre ad essere un supporto costante e insostituibile al tormentato progresso di questo mio blog Eccentriche Rotte, cosa per la quale non smetterò mai di ringraziarla).

 Gianluca ed Elena, tanto per cambiare, non si erano mai visti prima d’oggi, ma devo dire, che, chissà come mai, anche loro due sembrano da subito intendersi a meraviglia sulle ulteriori destinazioni da propormi; e  allora, con un breve giro in Piazza dei Mercanti, raggiungiamo le logge di quella che era un tempo la sede del Tribunale della Santa Inquisizione, e invece oggi è… un ristorante, con a ricordo dei drammi dei secoli passati soltanto una lapide al muro ed un tetro acciottolato multicolore che rappresenta figure di draghi avvolte nelle loro spire, le cui fauci introducevano i malcapitati alla vecchia porta. Poi ci dirigiamo alla stupefacente cripta sottostante i ruderi di San Giovanni in Conca: altro sito del tutto imprevedibile in questo contesto urbano, con i suoi antichi reperti paleocristiani e forse precristiani e mitraici, una vera e propria isola fuori dal tempo letteralmente accerchiata dal frenetico traffico cittadino, al punto da non poterne quasi sospettare l’esistenza.

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 Salutato Gianluca mentre incomincia ad imbrunire, la Colombo ed io decidiamo infine di rilassarci con una passeggiata serale sui Navigli, dove il clima inimitabile della Milano di metà secolo scorso, quella tratteggiata negli scritti di Scerbanenco per intenderci, si  fonde oggi con le tendenze dell’intrattenimento e della vita notturna giovanile, in una inusitata commistione di osterie tipiche che propongono ricette tradizionali lombarde e di ritrovi all’ultima moda, quando non di locali che disinvoltamente si propongono come l’una e l’altra cosa ad un tempo.

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 Si conclude qui questa mia bellissima esperienza  dei tanti differenti volti di Milano: l’avvicendarsi inconsapevole e prezioso dei miei amici conosciuti uno ad uno sul web mi ha consentito di approcciare velocemente in poche ore le varie anime e sensibilità della grande metropoli, dalle più futuribili alle più antiche, portando nella giusta  consonanza storia e presente, mettendo a fuoco un inaspettato inside look, un coerente e lucido quadro d’assieme che sono lusingato di aver avuto la possibilità di cogliere direttamente da chi ogni giorno ci vive e lo vive.  Grazie, amici, del vostro tempo, della vostra compagnia e delle vostre parole! Oggi siete stati voi, tutti insieme, i migliori ed i più convincenti ambasciatori della vostra grande e bella città.

 

 

4 Risposte a “Scoprendo Milano con gli occhi dei milanesi”

  1. Molto lieta di averti rivisto! È stato un piacere chiacchierare un po’ “fuori dallo schermo”!! 🙂
    A presto!e la prossima volta con tutta la famiglia!!

  2. Grazie a te per essere venuto. A volte abbiamo bisogno di quelli che vengono da fuori per ricordarci certi angoli.
    Te lo diamo ‘sto passaporto? Ma sì…!

  3. Grazie! Avevo già pronta la pratica di richiesta del visto d’ingresso, ma se mi date addirittura la doppia cittadinanza, a questo punto il visto non mi serve più!

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