L’isola dentro

Anche se condividiamo le stesse origini, ho conosciuto Saverio in rete. E quello che mi ha da subito colpito di lui è stata l’altra cosa che condividiamo: un curriculum di viaggi straordinariamente simile. Ma questa lunga ed approfondita intervista, di cui lo ringrazio molto, che era partita forse con l’implicito, reciproco intento di riscontrare fra noi esperienze ed emozioni anche quelle consequenzialmente simili, ha invece singolarmente svelato un suo approccio al viaggio assai differente, e per certo tratti addirittura diametralmente opposto al mio… Bene. Quindi ve la propongo quale spunto di riflessione su come il viaggio spesso, se non addirittura sempre, viva e si animi proprio della sensibilità del suo autore e protagonista, e su come anche le stesse identiche destinazioni possano essere approcciate e raccontate in mille modi diversi, attraverso il personalissimo filtro individuale di ognuno. Dopo di che… grazie mille ancora a Saverio di aver così estesamente e generosamente dialogato con me, e il dibattito è aperto: ma, ciò premesso, c’è ancora a questo punto qualcuno che avverte l’esigenza di un dibattito in tema?

Kvívík Isole Faroe ER Saverio, presèntati brevemente: quanti anni hai, come e dove vivi, da dove vieni, dove vuoi arrivare.
SP Ormai navigo verso il mezzo secolo. Sui miei profili web mi definisco irpino di nascita, fiorentino di adozione, viaggiatore europeo per vocazione. Sono a Firenze, per una scelta di coppia. Firenze non era nei miei progetti di vita ma sono molto grato al destino di avermi portato in questa capitale del turismo. Anche se vivere qui non è facile, soprattutto per i costi. Comunque godere quotidianamente di tanta bellezza e offerta culturale e per il tempo liberorende Firenze e la Toscana un posto eccellente per vivere, soprattutto per gli inguaribili esterofili come me. Insomma dopo il zigzagare tra Svizzera, Francia, Germania, Alto Adige, valli valdesi ed altri posti, Firenze è ora la mia città, anche se non ho ancora deciso per il mio buen retiro, che non credo sarà in Irpinia, anche se amo in maniera viscerale quella terra, che è la trasfigurazione geografica di un sentimento. Come molti della mia generazione, sono un “lavori in corso”. Collaboro a diversi blog, riviste, case editrici nel campo dell’alimentazione, delle terapie naturali, del viaggiare sostenibile e naturalistico, oltre a lavorare per un’azienda che fornisce l’Help Desk per i servizi sanitari avanzati della Asl di Firenze. Insomma tanti lavori stabilmente precari ma anche tanta possibilità di viaggiare. Il viaggiare è nel mio quotidiano, perché oltre ai miei diversi viaggi all’estero durante l’anno organizzo anche tour per tanti amici e colleghi, che conoscono la mia organizzazione maniacale. Ammortizzo le spese dei viaggi coniugando ecologia e bilancio domestico: spese di arredamento, vestiario e altro sono ridotte al minimo. Quello che mi avanza va nei viaggi, che sono abbastanza di profilo low-cost, con qualche necessaria concessione, visto che viaggio soprattutto in paesi scandinavi, notoriamente costosi.

Isola di Utsira Norvegia ER Snòcciolaci il tuo elenco di viaggi fatti ed i tuoi progetti di viaggio ancora da realizzare.
SP Direi che ho viaggiato in tutta Europa, mi manca ancora la Bulgaria e l’Islanda che è il viaggio che rimando sempre, perché aspetto di avere molto tempo e abbastanza denaro per farci un soggiorno lungo di almeno tre settimane. In alcune nazioni come la Norvegia, la Germania e la Svizzera sono stato più volte. Mi sono concesso mete tradizionali come New York ma amo le destinazioni meno conosciute e magari inconsuete come le isole Frisone, tra Olanda e Germania, o le isole dell’Haugalandet in Norvegia. A proposito di isole: da un decennio ho scelto come mete privilegiate quelle d’Europa. Li chiamo i miei viaggi portatili e sono morbosamente attratto da questi contenitori geografici, dove panorami, antropologia, natura, cultura creano un prodotto unico. Dalla Scandinavia al Mediterraneo, ne ho fatto un filo conduttore dei miei viaggi. Ad esempio, l’isola di Ouessant nel Finistère francese è per me il modello di esperienza che attraversa l’anima. L’ho girata in bici. Per me un ricordo lucido e pulsante. Viaggio spesso in Scandinavia e amo tutto quello che è Nord, Atlantico, Occidente, Scozia, Irlanda, Baltico, subartico. Chi mi conosce sa anche della mia passione per i treni e per le linee ferroviarie minori. Ho iniziato con il treno della mia terra, la meravigliosa tratta Avellino-Rocchetta, quando ancora non interessava nessuno, e mi onoro di essere stato il primo in quella provincia a proporre le stazioni come itinerario turistico, conducendo centinaia e centinaia di persone in gite ed escursioni. Ho proseguito viaggiando su tutte le linee ferroviarie panoramiche in Italia e molte in Europa. Meravigliosa è la Merano-Malles, per me uno dei tratti più belli al mondo. Poi, con l’avvento di Ryanair e simili, il mio modo di viaggiare si è modificato ed ora sono un grande fan delle compagnie aeree low-cost, nonché di siti tipo Skyscanner. Insomma è difficile trovarmi a casa nel weekend… avendo la fortuna di vivere in Toscana, posso organizzare spesso viaggi brevi in Italia: Ravenna, Venezia, l’Alto Adige, il Piemonte, l’Umbria e ovviamente le provincia toscane sono le mie mete più frequenti.

Niarbyl Isola di Man ER Le tue esperienze e la tua sensibilità di viaggio sembrano essere in un modo o nell’altro piuttosto specificamente connotate… come riassumeresti la tua logica, il tuo vissuto e le tue prospettive di viaggiatore?
SP Viaggio spesso da solo, sono attratto dal freddo, mi piace viaggiare in autunno, ho necessità fisica del silenzio ma mi sento a mio agio a Berlino, città dove torno spesso. Non so se sono un po’ snob ma odio i grandi flussi turistici estivi e difficilmente mi metterei in coda per stare in una spiaggia affollata. Ho però le mie contraddizioni e la mia personale logica nel viaggiare. I miei viaggi in solitaria sono strani per chi mi conosce, cerco l’isolamento e non cerco le relazioni umane. Nel mio quotidiano temo invece la solitudine più della malattia. Preparo i miei viaggi con metodo e lascio poco al caso. In questo senso sono un pessimo compagno di viaggio perchè non tollero la perdita di tempo e la disorganizzazione. Preparo una vera e propria guida personale con orari, luoghi, telefoni e prenoto quasi tutto. Non intendo il viaggio come relax. Per quello c’è il divano o la bicicletta al parco. I miei viaggi sono essenzialmente visivi, cerco grandi emozioni per gli occhi e per questo ho bisogno di silenzio ma anche di molta organizzazione. Nell’età matura sono diventato un viaggiatore che si prepara in maniera meticolosa, aiutandosi a pieni mani con tutta la tecnologia possibile. Dopo anni di autostop e sacchi a pelo per strada, ora i miei viaggi hanno un filo conduttore e non lascio nulla al caso, perché c’è sempre tanto da vedere e da fare, e quindi voglio scegliere per bene mete e itinerari. Sono flessibile e cambio i miei programmi in base al tempo, alla stanchezza o agli imprevisti, ma difficilmente mi troverete impreparato su dove, come, quando e perché andare in un luogo. Un tempo camminavo moltissimo a piedi e il camminare era anima del mio viaggio, adesso un po’ meno, dopo che mi sono rotto il crociato giocando a calcetto.

Porto di Goteborg ER Com’eri prima e come sei adesso. Che cosa il viaggio ti ha insegnato e che cosa ti aspetti ancora di sperimentare e imparare.
SP Sono cresciuto con il dubbio di essere un po’ naif, con le mie manie di viaggio naturalistico, di itinerario culturale, di grandi panorami, del luogo di difficile accesso. Il viaggio mi ha insegnato che invece è proprio quella la mia natura, e che mi posso considerare un esploratore. Forse suonerà un po’ presuntuoso, ma chi mi conosce sa che ho centinaia di guide turistiche, che leggo avidamente di turismo, che sono iscritto a un migliaio di newsletters di enti del turismo e ad altrettanti canali youtube che raccontano di viaggi, per non parlare di Instagram e Twitter. Insomma conosco così bene la materia che a volte faccio fatica a ricordarmi se un luogo l’ho visitato o meno. Il mio ego è piacevolemente soddisfatto quando qualcuno  e – capita spesso – mi chiede di organizzargli un viaggio, o semplicemente mi chiede consigli. Debbo dire che dai viaggi in realtà imparo poco, perché non li considero una esperienza pedagogica o di crescita. Intendo il viaggio come esigenza, esplorazione, tesoro da accumulare nei ricordi. Per questo faccio migliaia di fotografie, per esorcizzare la mia più grande paura: perdere la memoria. Dopo il Nord Europa e la Scandinavia, la mia tendenza è spostarmi verso Oriente, Mongolia e Giappone mi attraggono molto. Vedremo se dopo l’Islanda riuscirò ad organizzare anche questi viaggi.

Isola di Ouessant Francia ER Tu sei un convinto utilizzatore della divulgazione social delle tue cronache di viaggio: raccontaci come organizzi il lavoro e quali sono i segreti della tua efficacia comunicativa in rete.
SP Appena Internet è apparso, io mi ci sono immerso totalmente. Utilizzo tutti i social, ma senza esserne travolto, e sorrido quando leggo delle critiche di sospetta alienazione rispetto alla comunicazione contemporanea. Io credo che il web abbia esasperato il concetto di individuo, per cui ognuno comunica a modo suo e per sue ragioni. Chi è abituato a ragionare in termini di massa non capirà mai. Personalmente ho amici, affetti e parenti sparsi in tutti i continenti, quindi per me la divulgazione dei miei viaggi è anche un mezzo di condivisione affettiva. Certo, mi rendo conto che è un argomento controverso. Nei miei blog e soprattutto su Facebook, YouTube ed Instagram pubblico in maniera dettagliata i miei appunti di viaggio, corredandoli di informazioni, come fossero articoli di giornali. A qualcuno può dare fastidio questa valanga di immagini o ricordi, ma non siamo in una casa, dove il viaggiatore costringe gli amici a guardare le diapositive di viaggio come si faceva un tempo. Se non piace l’argomento o lo si trova ridondante, si passa oltre. Se piace, invito a condividere, non per vanità ma per essere protagonisti della comunicazione e per condividere la bellezza di un’emozione. E’ questa la bellezza e la libertà dei social. L’aspetto più caratterizzante delle mie cronache di viaggio è l’interazione con chi ha fatto viaggi simili al mio, oppure è legato per qualche motivo al luogo che ho visitato. Quando ho pubblicato dei video su alcuni paesi irpini, sono entrato in contatto con decine di figli di immigrati che mai avevano visto quelle terre, e, quando sono andato all’isola di Man, mi sono creato una rete di contatti di persone locali con le quali si è creata un’amicizia virtuale. La mia comunicazione sul web ripercorre molto i percorsi delle guide di viaggio cartacee. Non ho particolari segreti e non cerco il like facile, cerco solo di trasmettere il mio messaggio: il mondo è movimento e viaggiare è l’esperienza migliore che ogni essere umano può fare.

Schiermonnikoog Isole Frisone Olanda ER Una domanda fatua: esiste il luogo più bello del mondo? Se sì, dov’è?
SP Banalmente mi verrebbe da dire che ci sono diversi luoghi più belli del mondo. E poi sono instabile e considero l’instabilità e il dubbio una grande qualità. Per cui il luogo più bello del mondo per me dipende dall’umore. Debbo dire che in cima allo Stromboli, oppure a Saksun nelle isole Far Oer, ho percepito una sensazione di bellezza talmente alta, che sembra quasi l’anima si rivolga in preghiera.

Tram28 LisbonaER Per chiudere, qualche utile consiglio per noi altri, che ci metta in condizione di poter vivere avventure di viaggio il più possibile simili alle tue: cosa dovremmo fare, e cosa invece no?
SP Dico a tutti di fare l’esperienza di viaggiare da soli. Che grande libertà! La libertà anche di rimanere delusi o di entusiasmarsi allo spasimo. Importante è pure dividere in maniera netta la vacanza dal viaggio. La vacanza è sbracarsi, lasciarsi andare, non programmare. Viaggiare invece necessita di attenta programmazione. Un consiglio che mi sento di dare sempre è quello di alimentare al massimo la curiosità, leggere del posto in cui si andrà, conoscerne la storia, la politica, la cucina, i personaggi, la letteratura o anche le piccole curiosità. Io parto sempre con l’idea che il luogo dove andrò è pronto ad accogliermi. Inoltre, se non siete in grado di evitare di fare paragoni con la vostra terra d’origine, scegliete le mete tradizionali e non stressatevi. Il viaggio non è paragone ma immergersi in altro che non si è. Per questo suggerisco sempre di allenarsi mentalmente al viaggio. Il viaggio più bello è quello dove il luogo assomiglia al vostro carattere, ai vostri sogni, al vostro modo di amare.

Stazione di Postdamer Platz Berlino

Foto: Saverio Pepe.

Didascalie:

Kvivik – Le isole Faroe le consiglio a chiunque ami il silenzio, la natura, l’avventura forte ma facile da fare.

Isola di Utsira – Di fronte ad Haugesund a sud di Bergen. Un viaggio nel tempo. Un concentrato di norvegese silenzio e di cultura marinara.

Niarbyl – Un villaggio nel sud dell’isola di Man. Emozioni potenti, una meta poco considerata in Italia: da fare almeno una volta nella vita.

Porto di Goteborg – Efficiente, perfettamente scandinavo, bello, colorato, tranquillo. La quintessenza del modo di essere urbanistico della Svezia.

Isola di Ouessant – Emozionante. L’ultima propaggine della Bretagna, affacciata sull’Atlantico. Cupa e brillante in autunno, da fare in bici.

Schiermonnikoog – Un’isola nel mare di fango delle Frisone in Olanda. Il vento è padrone di tutto e va cavalcato in bicicletta.

Tram 28 a Lisbona – Simbolo della capitale portoghese, vi porta dal centro al quartiere popolare dell’Alfama. Da fare e rifare soprattutto di notte.

Stazione di Postdam a Berlino – Un luogo dove è passata e passa la storia. Berlino è la metropoli più sexy del mondo.

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