homo salgarianus

 L’ho scovato su Facebook: postava, in un gruppo tematico, resoconti e impressioni di suoi insoliti viaggi, che dichiarava con nonchalance aver modellato sulle pagine di alcuni romanzi minori di Emilio Salgari… e non ho potuto fare a meno di pensare che tanta paziente,  inattuale, eccentrica cura meritava senz’altro una intervista per voi, o mio eccentrico pubblico!  

Angkor

 ER: E conosciamolo, allora, questo “homo salgarianus”… Matteo, presèntati ai lettori: chi sei, quanti anni hai, da dove vieni, dove vai e dove andrai, cosa fai, cosa sogni etc, insomma dicci se non tutto almeno qualcosa di te!

 ML: Ciao a tutti, mi chiamo Matteo Lepore, ho 37 anni e vengo da Stresa, sul Lago Maggiore. Nella vita di tutti i giorni faccio il cameriere in un ristorante, ma, appena termina la stagione turistica, prendo lo zaino e parto in cerca di storie e  avventure, che raccolgo in un piccolo taccuino che porto sempre con me. Poi, una volta tornato a casa, le pubblico man mano sul mio blog “mondoteo”, che racconta un po’ tutto quello che mi piace.

 ER: Come, quando e dove hai incontrato Emilio Salgari?

 ML: Il primo “incontro” che ricordo con Salgari si perde nei miei ricordi di bambino, fu quando la Rai trasmise il famoso originale televisivo su Sandokan. Il vero amore, però, esplose tempo dopo, nella biblioteca comunale di Stresa, dove letteralmente divoravo tanti romanzi fantasy e avventurosi… credo di aver incominciato a viaggiare proprio da lì.

 ER: Matteo, tu hai fatto quello che avremmo dovuto fare tutti noi altri,  e invece ci sono riusciti soltanto in pochissimi: chiudere il libro e partire. Spiegaci come ci sei riuscito, ma incominciando dal principio, cioè da quando l’idea ti ha preso forma in testa fino ad arrivare al momento in cui il tuo viaggio ha preso il volo, e senza dimenticare di passare per tutte le difficoltà che sicuramente avrai incontrato e superato!

 ML: Un giorno, chiudendo un libro, mi resi conto di aver bisogno di qualcosa di piú,  di sentire i sapori e gli odori, vedere i colori dei luoghi che fino a quel momento avevo soltanto immaginato. Stavo leggendo un romanzo sulla pirateria, e ne rimasi talmente colpito da acquistare un saggio sulle imprese dei corsari. Intanto, come ossessionato da quel nuovo bisogno di “gustare”, incominciavo a spulciare blog e a controllare siti di compagnie aeree, finché un giorno mi decisi e comprai un biglietto  per la Giamaica. Quel viaggio, soddisfacendo in parte la curiosità che ci mi aveva indotto, fu la mia prima esperienza di percorso ispirato alle mie letture, di cui ho successivamente affinato il metodo.

Angkor2Ayutthaya3 ER: Possiamo quindi riepilogare dove sei stato esattamente, lungo quali itinerari e sulla scorta di quali specifiche letture salgariane?

ML: Dei miei due viaggi che ho espressamente basato su scritti salgariani, il primo é stato un road trip tra Thailandia, Laos e Cambogia, che mi sono costruito sulla falsariga della trama e dell’andamento del romanzo “La città del Re Lebbroso”. Salgari, come tutti sanno, non aveva mai visitato quella parte del mondo, e così io mi sono divertito a separare la fiction dalla verità storica, la geografia inventata da quella reale, nel tentativo di far aderire il più possibile l’immaginario salgariano alla realtà del presente. E devo dire che, con mio grande stupore, ho alle volte riscontrato come alcune descrizioni di luoghi calzassero quasi alla perfezione!

re_lebbroso  stragi_delle_filippine

 Il mio secondo itinerario salgariano, invece, si è svolto nelle Filippine,  ripercorrendo i siti delle peripezie di Romero Ruiz, di padre spagnolo e madre filippina, che combatte contro la Spagna sotto la bandiera indipendentista, ma il suo cuore si strugge per la figlia del suo acerrimo nemico, Teresita, la bella perla di Manila, in un intreccio di passione rivoluzionaria, cuori infranti e sofferte questioni d’onore: è la storia raccontata nel romanzo “Le stragi delle Filippine”, che mi ha offerto l’occasione di toccare, partendo da Manila, sia le montagne del nord che le tranquille spiagge del sud  di quello splendido, esotico arcipelago.

 Filippine2  Filippine3  Filippine  ChiangMai2  Chiangmai3

 tempio laos  Angkor3  ChiangMai  Angkor4  Ayutthaya2

 ER: Dei tuoi personali percorsi salgariani colpisce come tu abbia singolarmente snobbato le rotte più famose: la Malesia di Sandokan, il Bengala di Tremal-Naik, la Maracaibo del Corsaro Nero… perché non incominciare da lì?

 ML: Ma io non ho affatto snobbato questi percorsi…  è soltanto che li vorrei rivivere come meglio ad essi si conviene, e cioè sulla tolda di una nave! Quando andai in Giamaica, avevo con me “Il Corsaro Nero” ed altre opere, ma a fine viaggio non ero del tutto appagato e convinto… ed infatti poi ho capito il perché: i cicli malese e caraibico sono essenzialmente storie di mare, ed il mio sogno più grande è proprio quello di mettere assieme una ciurma di filibustieri/sognatori e navigare le Antille, ma ci pensi che bello sarebbe arrivare a Maracaibo via mare, fare rotta per Tortuga alla ricerca dei Fratelli della Costa per sbronzarsi di rum con loro, o magari approdare sulle spiaggie solitarie del selvaggio Darien… lo stesso vale per il Borneo di Sandokan e James Brooke, e non è detto che un giorno non mi ritrovi a far vela per Labuan, sulle tracce della sua piú bella Perla…

 ER: Ora come ora: lo rifaresti? Lo rifarai?

 ML: Rispondo di sì ad entrambe le tue domande… anzi ti dico di piú: sto già organizzando un viaggio in Sri Lanka, per ritrovare la pesca delle perle in quella che era la vecchia Ceylon, come descritta in un altro romanzo salgariano, “La perla sanguinosa”.

 ER: Qual è il tesoro più grande che ti sei portato a casa? Voglio dire: hai raggiunto davvero quel che volevi partendo? E se no, quali sono state le sorprese  più inaspettate e belle? 

 ML: Il tesoro piú grande che ho portato a casa dai miei viaggi é la consapevolezza e la conoscenza; mi sono confrontato con una cultura ed un popolo antico quanto e più del nostro, mi sono avvicinato al buddismo ed al misticismo asiatico. Mi sono riempito occhi, pancia e animo di colori e sapori, e soprattutto ho trovato amici con cui ho condiviso questa storia e tutte le nostre scoperte. Anche nelle classiche sfighe che sempre ti capitano, come quando in Laos, a  causa di un incidente, sono rimasto bloccato su un passo montano nel bel mezzo del nulla per tutta una notte. Ricordo di aver preso la situazione con molta calma e, proprio come avrebbe fatto Yanez,  mi sono acceso una sigaretta e mi sono sdraiato a fianco del pullman a godermi una straordinaria pioggia di stelle cadenti… e così pur nella sfiga ho vissuto un’esperienza che mi è rimasta dentro come uno dei miei ricordi piú belli! Poi comunque ci sono cose che in viaggio non mi sono piaciute, o per meglio dire ho trovato odiose, come la triste consuetudine del turismo sessuale tutto italiano…  m’incazzavo a morte, quando prendevo il tuc tuc e regolarmente mi si chiedeva, nella mia lingua, se desiderassi droga o prostitute… ma sono alti e bassi che, considerati all’interno del quadro generale, rendono se non altro il tutto ancor piú vario e sorprendente.

 ER: Così ad occhio, secondo te: ma potremmo provarci a farlo anche noi? Se lo volessimo davvero, se mai riuscissimo ad esserne capaci… e di cosa avremmo specificamente bisogno per partire?

 ML: Chiunque, secondo me,  può farcela a cimentarsi in un viaggio simile: oggi con un semplice tablet ed una connessione internet puoi pianificare tutto su misura. Ma ciò che tuttavia non puoi assolutamente evitare di portare con te è la tua  determinazione a metterti in gioco uscendo dalla tua tranquilla zona di sicurezza, la tua voglia di ritrovare il ragazzino con le ginocchia sbucciate che inscenava i duelli con le spade di legno… e se poi hai la fortuna di avere con te  Emilio come compagno di viaggio,  allora sì che la faccenda si fa davvero interessante!

  Ayutthaya tramonto mekong

                                                                                          Foto: Matteo Lepore

5 Risposte a “homo salgarianus”

  1. Che belle storie! Un antiviaggiatore come te non poteva che “intrappolarne” un altro e portarselo qui.
    Che invidia lo Sri Lanka…

  2. Ma grazie a te, Matteo! La tua sensibilità salgariana è molto moderna… esattamente come lo era quella di Emilio ai suoi tempi!

  3. Lo sappiamo, Elena, che lo Sri Lanka è nella tua wishing list di prossimi viaggi… e ci sta che magari proprio tu riesca a portarti a casa qualche perla di valore inestimabile!

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