Angeli e demoni a Campofilone

Live Corte di Lunas 20  Quando incomincia il soundcheck, l’aria in piazza è così gelida che la stessa luce dei lampioni sembra sviluppare nuvole di foschia. E’ il 19 marzo, e siamo a Campofilone, minuscolo paesino nella campagna marchigiana in provincia di Fermo, per un appuntamento molto speciale: la festa di… San Patrizio. Proprio così: San Patrizio è il santo patrono del paese, e l’amministrazione provinciale ha da un paio d’anni deciso di festeggiarlo come si deve con l’evento “God save Ireland”, giunto per l’appunto alla seconda edizione. In un logico ed ovvio tripudio di birra, trifogli, folletti, magliette, menu tipici irlandesi, accampamenti longobardi, dimostrazioni di duelli all’arma bianca, corsi di danze celtiche, arpa e  thin whistle. Ma senza con questo voler togliere la scena allo storico prodotto tipico locale: i mitici “maccheroncini”, sorta di capelli d’angelo all’uovo da sbollentare in pochi secondi per condirli, caldi e profumati, su di un desco di legno: seconda ed unica pasta nazionale, dopo quella di Gragnano, ad aver ottenuto la prestigiose certificazione IGP di Indicazione Geografica Protetta. I locali non perdono occasione di rammentartelo.

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 Tanto di cappello allora agli squisiti maccheroncini e a tutto il resto, ma, come sempre accade in questi casi, a farla da padrone è la musica. E lo credo bene, perché il prossimo agosto, non lontano di qua, sull’altipiano di Colfiorito in provincia di Macerata, c’è il consolidato appuntamento annuale con il Montelago Celtic Festival, di cui queste serate sono una naturale anteprima.   

 Campofilone notte   Emian on stage 1   Emian Martino

 Perciò veniamo a noi: siamo nel mezzo delle prove del suono dei miei amici Emian PaganFolk, che ho fatto in modo di incrociare incastrando le altre tappe del mio weekend programmato in contemporanea. Gli Emian, per come li vedi, sembrano appena sbarcati da un Medioevo fantastico dove incredibilmente si fondono Europa del Nord e tradizione  popolare mediterranea del Sud Italia; tra sonorità ancestrali riportate in vita da un set di strumenti acustici antichi a dir poco inusitato, che annovera arpa celtica, violino, bouzouki, piffero di canna, piffero doppio, salterio persiano, ghironda e tammorra. Spero di non aver dimenticato nulla, anzi no, sicuramente c’è anche qualche altra diavoleria autocostruita. E naturalmente basso e batteria. Insomma un bel da fare per il tecnico sbalordito, che, considerate anche le due voci da mettere a punto, una combinazione così sul palco non l’ha mai vista. Io, che, da vero fan,  a questo tipo di reazioni sono già abituato, sorrido di fronte alla sua perplessità.

Emian soundcheck 3    Emian soundcheck 2     Emian soundcheck 1      Emian on stage 4

 Emian on stage 3     Emian on stage 2    Emian Emilio 2      Emian Emilio 1 

 Gli Emian stasera apriranno le danze: dopo di loro i Corte di Lunas, notevole band friulana inquadrabile in un originale folk-metal che propone elegantemente, tra riff di chitarre elettriche distorte e cornamuse spianate, delle riletture in chiave anticata, e con testi a volte persino in latino, di situazioni sonore tipiche del rock anni settanta. Il forte impatto scenico del loro show ci ammalierà poi, così come lo stesso sarà con i Mortimer Mc Grave, che stasera giocano in casa quale vera attrazione della serata nonché  organizzatori del festival. Anche la loro sofisticata e bizzarra proposta musicale, ed il loro eccentrico look fatto di allegri kilt da funky  highlanders del terzo millennio, per ora aspetteranno. Perché adesso dobbiamo tornare ai miei amici Emian.

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 Difficile non restare impressionati dal loro frontman Emilio, che sfoggia un taglio da autentico vichingo tutto a base di ciuffoni sulla zucca e nuca rasata, e una magnifica pelle di lupo sulle spalle: stasera fa freddo, ed ha ampie braghe e scarponi, ma non è sempre così, d’estate gira avvolto in un semplice saio di tela grezza, e non solo ai concerti. Ha appena imbracciato la ghironda, e già la folla incomincia a rumorereggiare e a ballare. Dietro di lui Martino, un batterista che scambieresti per Ezio Auditore di Assassin Creed’s tanto è perfetto il suo costume, poi la bellissima Anna raggomitolata dietro l’arpa bordata di decine di led che ne scandiscono il profilo elegante in penombra, ed infine  Danilo al basso, orecchini, barba ed occhioni bistrati da pirata. Proprio così, gli Emian dal vivo spaccano, sono di quelli di cui  non ti dimentichi. Come non ti dimentichi la loro musica: dopo meno di mezz’ora l’atmosfera è parecchio su di giri, e forse queste foto possono darvene una qualche  idea.

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 Al di là delle travolgenti arie irlandesi, scandinave e bretoni che fanno scattare il pubblico, gli Emian vogliono rappresentare in qualche modo anche l’anima musicale tradizionale di un’Irpinia senza tempo, che risuona attraverso la gran voce di Anna sui ritmi della tammurriata vesuviana (come in “Mephite”) piuttosto che nel ricordo di leggendarie città perse nei boschi (“Hyria”).

 Ma le sorprese non sono finite, e dopo il tripudio Emian ecco arrivare i Corte di Lunas per uno nuovo shock estetico: quello della loro giovane cantante fasciata in uno splendido abito di damasco verde dalle lunghissime, svasatissime maniche, a fare da imprevedibile pendant con le sue lunghe chiome arancio straripanti di grandi dreadlocks irregolari che, insieme con diversi piercing, danno a quella improbabile mise da fatina il giusto tono di fascino ambiguo e inquietante, che lei accresce ad arte attraverso un canto potente e drammatico. E così, quando mi rigiro dopo di essermi allontantato verso l’opposta estremità in pendenza della piazza, ma la vedo comparire sulle scalinate della chiesa dove il palco è stato sistemato, tra il bassista/piper e il chitarrista che cala la testa nascondendo il volto sotto la lunga capigliatura ondeggiante, tutti e tre  come se galleggiassero sulla folla che fluttua a sua volta, mentre risuonano le malinconiche note di “The moon” e i fari colorano ogni cosa di blu, ed è forse questa l’immagine rimastami in mente con la quale più mi piace ricordare questa serata davvero magica. Poi, verranno il megaselfie con tutto il pubblico, e l’entusiasmo allegro e contagioso per i Mortimer Mc Grave. Fine della musica e della gioia di ballare, ma solo per il momento, perchè  l’arrivederci è a Montelago, per chi ci sarà. Gli Emian PaganFolk di certo, io… forse: e voi? 

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