L’arte, l’urbanistica e tutti a Disneyland

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 La gente (sostantivo collettivo plurale) non sanno cos’è l’arte.

 E no che non lo sanno. Non lo sanno proprio, loro pensano che l’arte “è il Bello”. E che è “il Bello”? Ma come che è… è’ il Bello, ti rispondono, non c’è mica bisogno di spiegarlo… che poi scopri e scummoglia ‘sto Bello sarebbe più o meno quello che piace a loro, o quello che non hanno il coraggio di dire che non gli piace. Così possono schiattare a un concerto di musica classica, e mentre gli organi interni gli si spappolano lentamente nella sofferenza continuano ad asserire rantolando che quello è Bello, perché hanno paura di dire che gli fa schifo, o forse perché in qualche autolesionistico modo lo pensano per davvero, vattelappesca qual è la verità. Quando poi invece è una cosa tipo musica o arte contemporanea, giù allora colle critiche e le ironie e questo lo sapevo fare pure io eccetera eccetera, è brutto, è disarmonico, è dissonante e vai col vento a vai axxanxulo, in tema di estetica la gente non è ignorante, è ignorantissima, e non è solo ignorantissima, è pure arrogantissima!

 Come per esempio nell’urbanistica, che quella è un’altra scienza dove tutti e xaxxo parlano ma che xaxxo mi parlano che poi solo due cose tengono da dire: 1) che tutto doveva restare più o meno così com’era, e cioè che dove c’era il rudere doveva restare il rudere, che dove c’era la piazzetta doveva restare la piazzetta, che dove c’era il vicoletto doveva restare il vicoletto e via dicendo; e 2) che gli alberi di qualsivoglia taglia, età e specie non si devono mai tagliare e neppure sostituire, perché “sono belli”. Pure quando ti sxaxxano il xaxxo con i rami nelle finestre o se sono cresciuti spontaneamente come erbacce nella giungla, no, quelli sono belli e non si devono togliere, neppure per farci un prato, che “poi c’è il sole e c’è la pioggia, almeno un porticato”. Ah, questo è l’argomento scemo 3) il porticato: non sia mai uno deve camminare sotto al sole o alla pioggia, e mica si può.

 Non ne parliamo poi delle isole pedonali, “e come faccio? io mica posso parcheggiare fin là” (tipo 30 metri). Vogliono la città che non sanno neanche loro come xaxxo la vogliono, o per meglio dire la vogliono più o meno così come già è, per poi continuare a lagnarsene che non gli va bene. E quelli de sinistra poi so’ i peggio, con le loro maxxurbaxioni storicomedioevali che il patrimonio artistico e architettonico non si deve demolire, è un crimine etc. Se crolla da solo non è un crimine, sono capaci di fottersene per decenni mentre lo guardano andare in malora di giorno in giorno, ma non sia mai si ventila un intervento di recupero e vai con le interpellanze alla sovrintendenza, i comitati di resistenza e le battaglie mediatiche e compagnia cantando. Ma mò io dico: di questi palazzi vecchi probabilmente a un certo punto non gliene fregava granché a nessuno ed è precisamente per questo che si sono sgarrupati così, e allora: a che pro ripristinarne a tutti i costi totalmente l’antico aspetto? E mica dobbiamo vivere nella Disneyland medioevale!

 Reinterpretiamoli a come xaxxo ci possono servire adesso, edifici e spazi: musei e va bene, ma pure spazi nuovi e diversi. L’Alhambra e il Colosseo per secoli dopo la loro decadenza sono state abitate da zingari e pastori, il che significa che in quei tempi lì non gliene fregava niente a nessuno, e probabilmente anche a noi oggi ce ne può fregare poco di monumenti ben più oscuri e dimenticati di quelli. O no? Quando costruirono la torre Eiffel per l’Esposizione Universale del 1889 tutti dissero che il panorama urbano di Parigi era sfregiato per sempre. La stessa cosa che diranno se adesso la volessero demolire (anche perché in effetti è tutta arrugginita). E perché è di metallo, ah, un’altra cosa che dicono sempre è che il metallo non va bene, “è freddo” (e capirai!), ci vuole il legno o il marmo o che ne so, insomma lo vedete che devono proprio andare a Disneyland? ‘Sta cosa che non aveva futuro la dissero pure alla prima (pubblica esecuzione) della quinta (sinfonia) di Beethoven, e infatti s’è visto, ma sì, a Disneyland devono andare, altro che arte e cultura, a Disneyland, anzi no, meglio a Las Vegas, a vedersi le pacchianate che gli piacciono, che poi sia Disneyland che Las Vegas io ci sono stato e mi piacciono pure a me, ma per altri motivi, vabbuò?

3 Risposte a “L’arte, l’urbanistica e tutti a Disneyland”

  1. Leggendo il pezzo mi è venuto in mente (ridendo) quando mi hai chiesto se volevo andare a non so quale museo di arte contemporanea a Napoli e io ti ho risposto senza se e senza ma: «No», e tu mi dicesti che Giuliana aveva detto qualcosa tipo: «Ma che ce la porti a fare lì?». Poi mi raccontasti dell’albero in piazza, che anche se lo abbattevano non si perdeva un granché. Di nuovo disaccordo. Direi quindi che su alcune cose non la pensiamo nello stesso modo. Ma forse le diatribe sull’arte si possono riassumere nello scontato detto che la bellezza è nell’occhio di chi guarda, e con tanti secoli di arte ce n’è per tutti i gusti. Per quanto riguarda il “vecchiume” si dovrebbe andare per criteri: saper valutare oggettivamente se un edificio ha o no un valore storico e quindi agire di conseguenza, non come si fa tante volte: ha un valore storico ma lo lascio cadere a pezzi. E pensa un po’ se avessero deciso di tirare giù il Colosseo.
    Io penso che la bellezza sia nell’armonia, così se in una città fai sempre una scarpa e una ciabatta l’armonia si perde. E i gusti è sempre meglio esprimerli, se a uno fa schifo la musica classica è inutile che vada a ronfare al concerto. Non deve usare la parola schifo ma può sentirsi libero di dire: a me la musica classica non piace.
    E a me non piacciono i Promessi sposi, ecco.

  2. Ahahahahaha, il museo in questione era il MADRE Museo di Arte Contemporanea Donna REgina, del quale sarai contenta di sentire come Vittorio Sgarbi abbia da poco espresso, ovviamente a modo suo e con parole e vigore tipicamente sue, una valutazione sorprendentemente coincidente con quella tua e di Giuliana… qui, al minuto 2.33 e… perché non ti piacciono i Promessi Sposi?

  3. Sarebbe già qualcosa riuscire a vederlo il video, visto che continua a interrompersi. Per quanto mi riguarda, Sgarbi perde di ogni credibilità già solo per il fatto di agire in quel modo: uno che sente sempre il bisogno di esprimersi in bruttezza non gli si può dare un granché di fiducia quando parla di bellezza. Comunque, se per una volta e senza saperlo mi trovo d’accordo con lui, non ne farò un dramma…
    Secondo me i Promessi sposi sono sopravvalutati, esistono romanzi italiani di ben più alto valore e Lucia Mondella è un personaggio insopportabile. Se poi vogliamo metterla sul solito discorso linguistico, del bagnar i panni in Arno ecc, ok, ma ci si ferma lì, a mio avviso.

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