EXPO no EXPO sì EXPO però: un reportage

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 Di rientro da EXPO, è tempo di valutazioni e bilanci, nonché di post dedicati, come costume di noi bloggers. Se magari non ci siete ancora stati,  sicuramente ne  avrete sentite di cotte e di crude, ed altrettanto sicuramente di crude e di cotte… e allora che ne dite di una bella tornata dei cari vecchi dieci VERO/FALSO? Si fanno leggere bene, no, e vedi mai che tornino forse pure  di una qualche utilità… vai che si parte:

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 E’ vero che EXPO non è quello che avrebbe dovuto essere?” Sia VERO che FALSO

 Ognuno dei molti che si erano espressi con me in tal senso mi aveva poi subito enunciato un sempre diverso concetto di quello che EXPO avrebbe incontrovertibilmente dovuto essere – si andava da “soluzioni per la fame nel mondo” (?) a “dettami di corretta alimentazione” (??) a “lotta alle multinazionali del cibo” (???) – e quindi mi ero già fatto – e mi sono confermato – l’idea che EXPO, per la sua stessa definizione di Esposizione Universale, nasce per fornire spunti e non dogmi, e dunque di certo non “avrebbe dovuto”, al limite forse “avrebbe potuto” essere qualcosa di diverso e di più… ma di questo parleremo meglio qui di seguito.

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 “E’ vero che EXPO è carissima?” Niente di più FALSO

 Il biglietto di ingresso per l’intera giornata costa pur sempre meno di quello per un qualunque concerto rock, e l’interno è caro soltanto se si privilegiano le ipotesi di ristorazione più eleganti ed esclusive… voi fatevi un bel giro nelle esosissime pizzerie del centro di Milano, e subito capirete perché tanti residenti in città preferiscono andare a cenare in EXPO aggiungendo a quello del pasto il costo del biglietto serale e della metro! E forse capirete anche perché gli esercenti milanesi in genere non sembrano amare EXPO alla follia… che non gli guasti la loro pregiatissima piazza?

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 “E’ vero che Coca-Cola e McDonald’s la fanno da padroni in EXPO?” VERO ma…

 Vi risulta che altrove non sia così? Aò, quelli (e non solo quelli) sono gli sponsor, ci hanno messo i soldoni, quelli veri, altrimenti… niente EXPO. E poi non ci credo che non vi piace la Coca-Cola, al loro padiglione in EXPO ti fanno ballare in allegria, ti regalano una bottiglietta all’ingresso e te la fanno riempire di nuovo all’uscita, e se sei fortunato ci scappa anche un caffè freddo omaggio della loro nuova controllata partner Illy, niente male come visita, non vi pare? Pensateci un po’, mentre la Coca-Cola ve la bevete, pagandola, al banco del bar con la sua bella fetta di limone a guarnirla – lo so che lo fate, non mentite! – e provate per un attimo ad abbandonare queste pose da radical chic. McDonald’s? Non ci sono stato in EXPO, ma cosa credete, io lo so che voi ci andate sempre pure là, quindi vale lo stesso discorso.

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 “E’ vero che EXPO è una specie di luna park?” Purtroppo è VERO anche se…

 Oddìo, la maggior parte dei padiglioni sono ristoranti mascherati da belle strutture di design e l’atmosfera non è proprio di quelle impegnate, ma non è detto che questo sia per forza un male… tanto per incominciare l’approccio con il pubblico meno ideologizzato e sofisticato è molto efficace e convincente, e quindi il tutto acquista bene il suo senso proprio come veicolo di comunicazione e divulgazione popolare elementare e primaria, e scusate se è poco, in un paese come il nostro agitato da incomprensibili tromboni, cervellotici palloni gonfiati e scaltri opinion leaders in malafede; oltretutto la semplicità dei messaggi attrae ed affascina i bambini e questa pure è buona e istruttiva cosa sopra tante altre. Anche qui, se riuscite a lasciare a casa per un giorno l’intellettuale snob che è in voi, di certo apprezzerete il clima lineare ed aperto al quale noi italiani non siamo abituati… io personalmente ricordo la mia entusiasmante visita del 2000 al “Millennium Dome” – che Tony Blair aveva fatto erigere a Greenwich, alla porte di Londra, e che ora non esiste più – di cui EXPO mi ha ricordato molto i bei presupposti e le belle dinamiche… e di cui all’epoca nessuno di loro inglesi, né tantomeno di noi italiani, si permise di criticare il “disimpegno”.

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 “E’ vero che EXPO è un flop?” Probabilmente è VERO però…

 Certo, è costato tanto, anche per via dei deprecabili scandali e degli inevitabili costi aggiuntivi dei lavori conclusi in fretta e furia, ed oltretutto sta piacendo poco o nulla alla nostra tronfia intellighenzia nazionale, ma io ne aspetterei comunque la fine per tirare su un vero bilancio, in modo da poterne in qualche modo computare anche altri non fondamentali ma neppure trascurabili  vantaggi immateriali: in termini di crescita culturale media, abitudine alla gestione e digestione di grandi eventi a livello mondiale, visibilità internazionale, coscienza nazionale  etc. Niente di che, d’accordo, ma tutte cose di cui si avverte comunque il bisogno, no? L’anno è nero, si sa, e forse il rispetto e la solidarietà per le vittime delle guerre in paesi lontani possono magari anche passare dalla di loro basica conoscenza che nella nostra opinione pubblica si può in qualche modo avviare e veicolare attraverso  EXPO… o no?

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 E’ vero che i padiglioni non rispecchiano lo spirito di EXPO?” VERO ma non tutti

 Se molti non sono che ristoranti camuffati o mercatini di cianfrusaglie etniche, ve ne sono viceversa alcuni che invece ne interpretano e sviluppano assai bene l’idea di fondo… i miei preferiti tra quelli (ahimè non moltissimi) che sono riuscito a visitare? Su tutti, il Regno Unito: un gigantesco alveare artificiale in cui gli ospiti umani sono indotti  a muoversi  alla stregua di una comunità miniaturizzata di api operose, tra suggestioni visive, uditive e sensoriali uniche. Subito dopo, gli Stati Uniti d’America –  nel cui contesto sobrio ed elegante vengono presentati uno per volta,  a mezzo di brevi e spiritosi video,  i vari piatti regionali della loro tradizione continentale, ordinandoli a comporre un gusto ed uno stile alimentare dalla personalità identificabile e accattivante. E poi a seguire l’Iran, con le sue strepitose esotiche ambientazioni da Mille e una notte, il Brasile – una avveniristica serra immersa in un bianco folgorante, in cui semi  e piantine appaiono minuscoli come all’interno di una astronave diretta verso altri mondi da colonizzare – il Nepal – toccante testimonianza di una tragedia senza nome e senza parole, involontariamente eppur con  incredibile forza raccontata, tra le colonne e sotto le cupole in legno intagliato di uno splendido stupa, dal semplicissimo silenzio degli ambienti lindi e vuoti  – e,  mi sia infine consentito, anche il piccolo salotto della mia Irpinia, in cui riposarsi sotto le chiome artificiali di una immaginario bosco metallico, tra le belle immagini di paesaggi, volti e prodotti della nostra terra che scorrono, incessanti ma discrete, sugli schermi e i monitor all’intorno, e simpatici e divertenti microeventi quotidiani. Decisamente poco o nulla interessanti invece Sudan, Bangladesh, Cambogia e Giordania, quasi null’altro che degli stanzoni colmi di discutibile paccottiglia, pur se riabilitati da pietanze locali dall’aria gustosa.

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 “E’ vero che ad EXPO non funziona niente?” FALSO ma anche VERO

 Le file all’ingresso funzionano eccome, un po’ meno quelle ai padiglioni più richiesti: per giunta tutti i padiglioni, nessuno escluso, chiudono intorno alle ventuno, e non se ne capisce il motivo, visto che poi si va comunque avanti con l’apertura serale per un altro paio d’ore, non si sa bene a far cosa.  Gli eventi spesso non sono affatto promossi, e talvolta neppure comunicati, perché gli addetti agli stands si alternano su turnazioni di tre o quattro ore, e quindi nessuno quasi mai sa quello che c’è stato appena prima o ci sarà subito dopo: paradossalmente, il principale organo d’informazione è un attivissimo ed entusiasta gruppo Facebook autocostituito e che si autogestisce (operando invero in modo assai preciso, esaustivo e del tutto affidabile, ve lo linko in fondo). Ma tutto sommato, se ve lo vivete in relax e sana curiosità,  EXPO funziona quel che basta a farvi trascorrere una giornata piacevole e interessante.

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 E’ vero che l’Albero della Vita è uno spettacolo eccezionale?” FALSO eppure…

 E’ un gran bello spettacolo, certo: anche se per la verità un po’ lungo… con quella rumorosa colonna sonora che parte in stile techno-house per tramutarsi poi in una sorta di tema da film western di serie B… con quei giochi di luce che si ripetono spesso identici… vabbè, insomma, l’avete capito che non faceva per me (nulla a che vedere con il magnifico, ipnotico tappeto sonoro e con tutta la fantastica surreale situazione  dell’alveare inglese!), voi però giudicate liberamente, mia moglie per esempio ne è rimasta entusiasta, insomma cosa dirvi, a voi l’ultima parola adesso!

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 “E’ vero che non vale la pena andarci?” FALSO

 Innanzitutto è sempre sbagliato valutare senza prima conoscere, e poi resta pur sempre  un avvenimento di una qualche storica rilevanza, che dunque va vissuto con scrupolo e pienezza al pari di altri, ed infine si tratta di una bella e importante vetrina per le piccole realtà – una delle quali, la provincia dell’Irpinia appunto, ho avuto, con molti altri, il piacere e l’onore di rappresentare – che sono sicuro trarranno, tutte indistintamente, notevoli stimoli e risultati dalla loro partecipazione.

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“E’ vero che questo post ed il suo autore non meritano commenti?” FALSO

 Mi piacerebbe invece davvero molto poter conoscere la vostra opinione al riguardo, quale che sia, sia prima che dopo la vostra visita ad EXPO… ci conto!

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  Foto: Lorenzo Crescitelli

 Per info, aggiornamenti e dettagli: Expo 2015 Milano – consigli per gli utenti

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11 Risposte a “EXPO no EXPO sì EXPO però: un reportage”

  1. Ho fatto la scelta ‘politica’ di non andarci, ma ribloggo volentieri e subito questo tuo intervento perché ricco di spunti, e soprattutto nato da esperienza personale (non solo di Expo ma delle “cose da vedere o no” in generale). Ciao!

    P.S. ma perché nel form per i commenti ai tuoi post non esiste l’a-capo?? le parole, arrivate al margine destro, vengono troncate a metà senza trattino…

  2. Grazie, Dario! La tua attenzione mi lusinga e la tua fama ti precede… e mi riferisco al nostro incontro a Roma prossimo futuro! Quanto alla brutalità delle troncature asillabiche qui, è già stata interpellata la curatrice e dunque speriamo di presto elevare il form ad un livello basico di civiltà grammaticale!

  3. >mi riferisco al nostro incontro a Roma prossimo futuro!

    Boing! stratakoing! (altra cosa che mancano: gli onnipresenti emoji… ma meglio così, alla fin fine)
    Ben volentieri ma… verrò avvisato almeno un paio di giorni prima, vorrei osare sperare! Di che si tratta???

  4. Riflessioni molto sensate e puntuali. Io non ci sarei andato così leggero nei confronti del circo Expo, ma ho apprezzato le tue considerazioni e ancor di più il fatto – mi pare – che l’Expo ti abbia dato una certa soddisfazione. Meglio così.

  5. Ma sì, meglio così! Non mi ci sono sentito a disagio, perché gli aspetti positivi per me alla fine prevalgono. Grazie di aver ben valutato il mio post, anch’io ho molto apprezzato le brevi considerazioni da te fatte dialogandone insieme in loco, che mi hanno sicuramente aiutato a mettere meglio a fuoco il tutto.

  6. Il tuo post Carlo è davvero ricco di spunti. La mia opinione su Expo credo ti l’abbia capita: mi ha colpita. Poi vero è che le polemiche di solito non mi attirano molto e (forse) io ho l’animo bambino (o dovrei dire sono poco intellettuale e poco snob? 😉 )
    In sintesi ci tornerò. Con calma a vedere il resto. Poi ti dico! 🙂

  7. E meno male, cara Francesca! Tu sei una persona molto adatta a riuscire a trarre sempre il meglio dalle cose… e quanto all’essere in qualche modo bambini, voglio dirti anche questo: hai notato come in ambito internazionale in genere, ed anglosassone in particolare, non esista una così netta distinzione tra intrattenimento e istruzione infantile piuttosto che per adulti (musei, cinema etc) ? Ecco! Attendo di leggere altre tue nuove dopo la tua prossima visita ad EXPO!

  8. Hai fatto davvero un ottimo lavoro. Come abbiamo già avuto modo di dire, io non la metterei sul piano intellettuale. C’è solo un ragionamento che va oltre l’apparenza e coglie gli aspetti economici, pratici e “morali” di Expo. E poi ci sono le opinioni. Pensieri e opinioni ci devono stare altrimenti diventa tutto un McDonald 
    Dario non sa ancora niente di Roma, ora “vado” a dirglielo.

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