La ragazza nella nebbia

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 Faccio innanzitutto subito ammenda di non aver ahimè mai sentito il nome di Donato Carrisi prima di ricevere in regalo questo romanzo; ed è stato oramai a Natale scorso, da parte di mio figlio cui era stato evidentemente segnalato in libreria ma invano, perché la mia ignoranza ha lasciato sul comodino per mesi un brillantissimo, geniale e conosciutissimo autore da milioni di copie vendute.

 Vi immaginate quindi la sorpresa quando, man mano che la mia inizialmente distratta e svagata lettura proseguiva, mi  andavo sempre più convincendo del talento di questo signor Carrisi, fino ad accorgermi di aver scoperto la classica acqua calda dopo una consultazione di Wikipedia.

 Che poi, mia personale inadeguatezza a parte, io lo dico sempre che la regola invece dovrebbe essere proprio sempre questa, tanto più con i classici: ma ve lo figurate, il piacere di leggere l’Odissea senza sapere già come va a finire? Tornerà ad Itaca? Ce la farà a sconfiggere e cacciar via i Proci? Ma volete mettere? Meglio della migliore delle serie tv, no?

 Tornando ora a noi e alla  nostra ragazza nella nebbia, il lapidario e tardivo messaggio che vi lascio con questo post è che si tratta di un thriller davvero eccezionale. Un lavoro che trascende molte delle regole di genere per mostrarci una realtà ancora più sfumata ed enigmatica del solito e del necessario, nella quale praticamente tutti i personaggi e gli attori della vicenda acquistano man mano contorni difficilmente definibili, alla luce dei quali noi stessi siamo costretti a rivedere più volte il nostro atteggiamento di lettori/giudici.

 Capirete che più di tanto non riesco a dirvi senza spoilerarvi aspetti della vicenda che poi vi toglierebbero il piacere di leggerla: posso soltanto aggiungere ed ulteriormente specificare che, come nella recente tradizione degli ultimi noir cui questa storia parimenti si ispira, non è mai possibile etichettare alcuno dei protagonisti in una sola direzione, tali e tante sono le sfumature e sfaccettature delle loro personalissime etiche che di volta in volta progressivamente scopriamo e sperimentiamo.

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 D’altronde, e questo almeno posso dirvelo con tranquillità, il tema generale che fa da collante a tutto lo sviluppo della trama è quello del rapporto delle indagini giudiziarie con i media, e di come gli stessi possano riuscire ad attivamente influenzarle a torbidi fini spettacolari, impadronendosi dei destini incrociati di vittime e carnefici fino a condurli come per mano verso inquieti e manipolati orizzonti, che prevedono  contemporaneamente l’attiva partecipazione e contributo del pubblico, a sua volta educato ed indotto a svolgere il proprio sordido quanto determinante ruolo nello squallido circo della pseudoinformazione.

Un incubo purtroppo già reale per chi segue la tv sciacallo e spazzatura sulla cronaca nera con un minimo di distacco,  ma di cui tuttavia Carrisi si spinge a  mostrarci  lucidamente i molti possibili risvolti e sviluppi, lasciandoci come e più di prima attoniti di fronte alle cronache di efferati omicidi o persone scomparse che tengono banco sui nostri schermi per mesi, se non per anni, elevando i loro squallidi e tremendi artefici ad ambigue stelle televisive sempre più disposte a tutto pur di conquistarsi  e tenere bene salda la loro triste e pericolosa ribalta.

 Insomma un cazzotto allo stomaco per la dimenticata sorte delle vittime e per la nostra dignità di uomini cancellata e soppressa dalle spietate regole dell’audience: e, alla fine della oscena baraonda mediatica susseguitasi, chi ricorderà mai l’ennesima sventurata ragazzina perduta nel nulla, ci fa capire  Carrisi, lasciandoci intendere che nel frattempo ci siamo tutti dimenticati anche della nostra stessa umanità, sacrificata senza troppe esitazioni al dio supremo dell’intrattenimento e del business. Altro non vi dico e non posso: leggete, inorridite e riflettete.

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Una risposta a “La ragazza nella nebbia”

  1. L’ho pensato anch’io tante volte, ci si concentra talmente a fare gli investigatori o a parlare dell’assassino che le vittime sembrano finire nell’ombra.

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